Ebbene sì. Rincoglionito dalla perenne presenza in TV in questi giorni della coppia Veronesi-Verdone mi sono deciso ad andare a vedere questo film. "Altro che film di Natale!". "Un cast d'eccezione!" Queste le voci di strada ad annunciare l'uscita nelle sale di "Manuale d'amore 2. Capitoli successivi". Film ad episodi che raccontano ed in teoria vorrebero spiegare alcune problematiche legate alla sfera amorosa dell'uomo. Problematiche sull'autocoscienza erotica, sulla fenomenologia amorosa; meccanismi sociali etero e omosessuali; etica della sessualità e della riproduzione. In una parola: SESSO. Oh, ecco! E per cominciare col botto il primo episodio è invaso dall'indicibile bellezza di Monica Bellucci. Non è altro. Capisco. Sceneggiatori, costumisti, regista , attori, comparse, tecnici spariscono in una fitta nebbia. L'unica luce è lei, il suo viso, il suo corpo. In realtà l'episodio parlerebbe di tutt'altro: la sessualità vista da un disabile (temporaneo mi raccomando, altrimenti si rovina il finalino divertente). Ma non c'è altro che l'i\ncommensurabile bellezza della Bellucci. Bellezza d'altri tempi. Bene, chi ben comincia è a metà dell'opera. Divertente il secondo episodio, a mio avviso il migliore dei quattro. La fecondazione assistita vista dalla prospettiva di una donna alterata nel suo umore dalle bombe di ormoni che è costretta a prendere. Il suo sfogo nel ristorante giapponese è il momento più alto del film. Divertente anche la sequenza della clinica e l'imbarazzante rito della consegna del seme. Anche se la presenza scenica dei due protagonisti lascia a desiderare questo episodio si lascia guardare con piacere. Il terzo episodio sarebbe il migliore ma un'infelice scelta di regia lo rende vuoto. Episodio sulla omosessualità. Inspiegabile il motivo per cui Albanese e Rubini -protagonisti gay dell'eipsodio- sono costretti a fare la parte delle checche. Scelta veramente infelice e quantomeno anacronistica. Una normale coppia gay del 2007 sarebbe stata perfetta. Nonstante tutto i due protagonisti spiccano per bravura. Albanese sempre in palla e Rubini perfetto nel momento di riflessione con il padre. Insomma, niente di particolare, ma sto film si fa guardare. Il quarto episodio è l'ennesimo attacco di verdonite di Verdone al quale viene lasciata carta bianca sia nella recitazione che nella sceneggiatura (sospetto). Sono trent'anni che ormai Verdone fa, dice, recita le stesse cose. Parafrasando una mitica battuta di Moretti in "Ecce bombo" ... "Per cortesia, basta!!" E sono passate altre due ore. Due ore in cui il cinema italiano non si è rialzato. Due ore in cui due risate potevo farle anche con gli amici. Due ore in cui non ho visto niente di rilevante, se non qualche pubblicità occulta (occulta?) spolverata qua e là. Aspetto con "ansia" la fine di questa trilogia. No? oggi sono sempre trilogie. Sbaglio?
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