Ci aveva già stupito con effetti "non" speciali questa Norah Jones; già, "non" speciali. Niente video supermegastratosferci; niente fisico mozzafiato; niente gossip sulle prime pagine dei giornali. Ma siamo sicuri che è un fenomeno del XXI secolo? Magari sì, ma permettemi di dire almeno un pò anacronistico. Buona musica e basta. Ci aveva già provato Alicia Keys, ma il livello musicale decisamente più basso, e poi una tendenza a farsi risucchiare dal moderno business ha fatto sì che l'artista si rivelasse per quello che è: un fuoco di paglia. Ma torniamo alla nostra Norah! Il punto di partenza era dei migliori: 16 milioni di copie vendute in tutto il mondo (150.000 in Italia) per il suo ottimo primo disco "Come away with me", e ben otto Grammy Awards (se per qualcuno di voi valgono qualcosa). Ma, parlandoci chiaro, sto primo disco è dicreto ma niente di che. Il più grande difetto è che si sentono troppo le influenze musicali dell'artista (jazz, jazz, e tanto jazz, più soul, blues e country). Il più grande pregio è che come primo album non si poteva chiedere di meglio. Ma giunti al momento di dimostrare qualcosa, beh, questo qualcosa è stato dimostrato! Un album decisamente maturo e ben confezionato. Ma, come al solito, partiamo dalla tracklist:
01 - Sunrise Guarda il video: Alta qualità (9.25Mb)- Bassa Qualità(932kb) 02 - What Am I To You? 03 - Those Sweet Words 04 - Carnival Town 05 - In The Morning 06 - Be Here To Love Me 07 - Creepin’ In 08 - Toes 09 - Humble Me 10 - Above Ground 11 - The Long Way Home 12 - The Prettiest Thing 13 - Don’t Miss You At All
L'album è ricco di cover, partecipazioni straordinarie e citazioni. In "What Am I To You?" c'è la prtecipazione di Levon Helm e Garth Hudson di The Band; in "Creepin’ In" Norah Jones duetta con Dolly Parton, regina incontrastata del country. Cover sono "The long way home" di Tom Waits e "Be Here To Love Me" di Townes Van Zandt. Inoltre la base del pezzo di chiusura "Don’t Miss You At All" è la più celebre "Melancholia" di Duke Ellington. Ma cover e partecipazioni a parte, la Jones ha dimostrato di essere una brava musicista. Accompagnata dalla sua band (Lee Alexander, Kevin Breit, Andrew Borger, Adam Levy e Daru Oda), la cantautrice americana ha confezionato (con lo zampino sempre vincente di Arif Mardin) brani di gran qualità. "Sunrise", che da qualche giorno è in tutte le radio, è a mio parere il pezzo più debole, più commerciale, ma adatto al lancio. Il resto del disco è connotato da un'eccellente esecuzione musicale, scelte armoniche molto semplici ma al tempo stesso ben congegnate che lasciano ampio spazio ai suadenti toni della voce di Norah Jones, e a un team di musicisti di alto livello. Con questo nuovo disco Norah Jones ha metabolizzato il suo substrato musicale (Billie Holiday in testa), ed ha creato un tipo di musica non qualificablie tra le strette ed intricate maglie dei generi musicali, ma nel quale è riconoscibile tutta la tradizione musicale jazzistica. I pezzi che risaltano per qualità sono "In The Morning" e "Humble Me"; ma il brano in assoluto più bello dell'album è, a mio parere, "Carnival Town". Una chiara sensazione che lascia il disco, infine, è che questo esperto team di musicisti ci lascerà a bocca aperta nelle performance live, per cui vi lascio con le date dei concerti che Norah Jones terrà in Italia.
10 Maggio 2004 - Milano - Filaforum 11 Maggio 2004 - Bologna - Paladozza 12 Maggio 2004 - Roma - Auditorium della musica
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