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TRIUMPH Bonneville
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Bonnie is back!!!
Bonnie è tornata. Si, proprio la mitica Triumph Bonneville (detta affettuosamente Bonnie, appunto) una delle moto che hanno fatto la storia del motociclismo del dopoguerra, una delle sportive più ambite degli anni '60.
Chi l' ha amata, desiderata e non ancora posseduta (il mio amico SARACHIELLO ne sa qualcosa), oggi potrà godersi questa sua nipotina prodotta dalla Casa di Hinckley.

COM'È La nuova Bonneville è affascinante, realizzata con buona cura e ripropone abbastanza fedelmente molti canoni estetici dell'illustre progenitrice: parafango anteriore, serbatoio, motore, telaio, ne rappresentano i capisaldi. Ma è l'estetica del retrotreno, tuttavia, che non rende giustizia a questa moto: il parafango è un pò troppo abbondante, e i collettori di scarico dovrebbero essere dritti, senza quelle curvature prima delle marmitte (correttamente a "bottiglia"). Mancano i cuscinetti di gomma (ottenibili fortunatamente come accessori) sui lati del serbatoio (che tiene 16 litri, e ha il tappo a vite, senza serratura). Gradevoli invece i parafanghi verniciati anziché cromati, dello stesso colore del serbatoio.

FINITURE MIGLIORABILI La vecchia Bonnie del ’60 aveva anche il contagiri, mentre qui c'è solo il
tachimetro/contachilometri (totale e parziale), completamente analogico, con a fianco quattro spie: manca quella della riserva. La chiave di avviamento va infilata sul blocchetto che sta alla sinistra del faro, scelta tipicamente "old style", come lo è purtroppo quella dell'assenza del pulsante del lampeggio, che ormai hanno anche gli scooter!!!
Non ci sono gli attrezzi di bordo: la sella infatti è fissa, e sotto ai si trova solo una modesta chiave a brugola 5 mm: che sia un messaggio per ricordare l'assoluta affidabilità della nuova Bonnie?
Anche gli specchi retrovisori sono da migliorare, perché otticamente imperfetti.

TANTI ACCESSORI La scelta di accessori specifici è però notevole: oltre ai citati cuscinetti per il serbatoio e alle marmitte uguali, ma un pò più "vive" (denominate "off-road", in quanto non omologate, sembra che facciano guadagnare una decina di cavalli), il ricco catalogo Triumph prevede infatti il maniglione posteriore in tubo cromato, oppure un "sissybar" (poggiaschiena per il passeggero) in due diverse altezze, borse morbide (in cuoio o cordura) per sella e per serbatoio, un piccolo cupolino verniciato in tinta, una bella sella più sportiva con codino rialzato imbottito, e un'altra (chiamata "King & Queen") quasi inguardabile, trapuntata e con la seduta posteriore rialzata. E ancora: tre differenti marchi da serbatoio, tutti in acciaio e in rilievo, coperchi degli alberi a camme, paracatena, leve al manubrio, comandi pedale e stampella laterale cromati e, per finire, l'antifurto elettronico.

TECNICA DA NUOVO MILLENNIO Il motore di questa Bonneville è raffreddato ad aria e il nuovo bicilindrico parallelo, con il suo robusto albero motore, naturalmente fasato a 360°, è oggi dotato di ben due contralberi di bilanciamento per ridurre al minimo le inevitabili vibrazioni. La cilindrata effettiva è di 790 cc, e la distribuzione, ad onta del look retrò, è una moderna bialbero, con 4 valvole per cilindro e catena centrale. L'alimentazione è affidata a una coppia di carburatori da 36 mm, dotati di TPS (Throttle Position Sensor), un sistema elettronico che accorda l'apertura delle farfalle alla fasatura dell'anticipo di accensione, per addolcire al massimo l'erogazione degli oltre 60 CV a 7.400 giri, e della buona coppia di 6 kgm a soli 3.500 giri. La frizione è multidisco in bagno d'olio e il cambio, a 5 marce, è naturalmente in blocco, nonostante il design dei carter destri sia uguale a quello dei motori Speed Twin fino al 1962, che avevano invece il cambio separato.

TRADIZIONE TELAISTICA Il telaio è in acciaio, a doppia culla chiusa come sulle Bonnie costruite dal '71 in poi. La forcella, a steli scoperti da 41 mm, è priva di regolazioni, invece per i due ammortizzatori posteriori sono previste 5 posizioni in precarico, e lavorano con un robusto forcellone in alluminio. Quella delle ruote a raggi è un’altra scelta obbligata per una moto di questo genere. L'impianto frenante ha un grosso disco anteriore da ben 310 mm, mentre il posteriore è da 255; entrambi hanno pinze a due pistoncini. Il peso dichiarato è di 205 kg a secco.

COME VA Si sta comodi, sulla Bonneville, ma si potrebbe star meglio: il manubrio è abbastanza largo, ma le braccia sono posizionate confortevolmente; anche le gambe sono ben messe nella guida solitaria, ma le pedane sono un po’ spioventi: con il passeggero a bordo si guida a ridosso del serbatoio e diventa ancora più scomodo usare il pedale del freno, che andrebbe abbassato un pò. E’ bello, poi, viaggiare con il passeggero seduto sul tuo stesso piano: se costui (o costei) ti ama tanto, non c'è problema, si avvinghierà a te; se è solo un conoscente, con il suo bravo maniglione posteriore si troverà più a suo agio.

<-GG->

  
DOWNLOAD
  ...l'inconfondibile sound del motore della Bonneville!!!  
  File: Bonneville Sound (91 Kb)  
 

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