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Triumph Daytona 600
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Motore più potente e un' estetica molto aggressiva, sono il biglietto da visita della Triumph Daytona 600, unica quattro cilindri europea che ha il coraggio di sfidare le quattro sorelle giapponesi (Honda, Suzuki, Kawasaki e Yamaha) con le loro stesse armi: le prestazioni.

 

 

COM'È I tecnici inglesi hanno fatto un ottimo lavoro, la Daytona ha una sua personalità ben definita, anche se non è difficile scorgere qualche richiamo ad un'altra giapponese (la Kawasaki Ninja 1200 edizione 2002), soprattutto nel frontale con il doppio faro convergente e la presa dinamica dell’airbox piazzata proprio nel mezzo, soluzione che dovrebbe assicurare una portata d’aria aumentata del 15% rispetto alla vecchia versione.

NEW LOOK Sfaccettata e in linea con le ultime tendenze, la carena rivestire un telaio perimetrale d’alluminio (verniciato in nero) che ha poco in comune con il precedente, cambiando nella struttura (è più leggero) e nelle quote. L’interasse si riduce di 5 mm passando da 1395 a 1390 mm assicurando una guida ancora più agile e reattiva. Ridotto è anche il peso (165 kg) ottenuto alleggerendo, affinando la componentistica (telaio, telaietto, cablaggi elettrici, impianto di scarico) e migliorando i materiali (magnesio per il coperchio valvole, resina termoplastica per il carter frizione).

CICLISTICA e FRENI Nessuna sorpresa nella ciclistica: la forcella resta di tipo tradizionale con steli da 43 mm, ma ora utilizza cartucce interne per l’idraulica interamente realizzate in alluminio (anche qui risparmio di peso - 1 kg). Ovviamente è regolabile in ogni direzione così come il monoammortizzatore, rivisto nella vaschetta del gas per migliorare l'accesso ai registri.
Cambiano invece i freni. Le pinze a quattro pistoncini lavorano su dischi da 308 mm (prima 310 mm), il diametro minore non deve trarre in inganno, in realtà quei 2 mm sacrificati prima non servivano, nel senso che non erano lavorati dalle pastiglie. Pertanto, questa modifica secondo i tecnici non ha portato a nessuna rinuncia in termini di potenza frenante migliorando invece la reattività dell’avantreno grazie al minor effetto giroscopico dei dischi più piccoli (170 grammi in meno l'uno).

CUORE ELETTRONICO Il quattro cilindri, alimentato ad iniezione elettronica e anch' esso alleggerito negli organi interni con nuovi alberi a camme, è capace di 110 cv a 12.750 giri, con una coppia di 68 Nm 11.000 giri, dati che pongono la Daytona (omologata Euro 2 ma senza catalizzatore) un gradino sotto le giapponesi, ormai tutte oltre quota 115 cavalli.
La vera novità però  si trova nell’impianto d' iniezione che utilizza un sistema a doppia farfalla per migliorare la risposta ai medi regimi ed avvicinare il comportamento dell' iniezione a quello più morbido dei carburatori. La sua gestione è affidata ad una nuova centralina a 32 bit più precisa e veloce ad elaborare i dati.

SPORTIVA DA STRADA La ricerca di maggiore sportività appare subito evidente appena ci si siede in sella della 600 inglese. La Daytona è altina (815 mm) e puntata in avanti così da spingere il pilota verso il serbatoio ad impugnare i semimanubri bassi ma correttamente aperti. Non è una moto minuta, le dimensioni sono superiori a quelle delle ultime 600, assicurando abitabilità anche per i più alti, che di certo non si troveranno ad avere le ginocchia in bocca.
La zona di raccordo con la sella potrebbe, infatti, essere più snella e il serbatoio stesso si allarga in modo piuttosto repentino, obbligando di conseguenza ad allargare un po’ troppo le gambe. L'assetto, comunque è decisamente sportivo, con una posizione di guida caricata in avanti che nella guida tranquilla su strada affatica un poco. Tuttavia l’ergonomia è corretta, con una ottima regolazione dell'insieme sella-pedane-manubrio. Peccato solo per i paratacchi, sono molto larghi obbligando il pilota a ruotare leggermente i piedi verso l’interno per trovare le leve di cambio e freno. La Daytona scende rapida in piega, è intuitiva, mantiene la traiettoria impostata passando sopra sconnessioni, dossi e quant’altro senza nessun problema e senza rinunciare alla maneggevolezza. 

La sifda con le giapponesi è rilanciata anche su fronte prezzi, settore in cui la Daytona dice la sua. I 9900 euro chiavi in mano, rappresenta infatti uno dei prezzi più bassi tra le 600 2003.

<-GG->

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